Anima tradita. La Grande Opera incompiuta di Mogol-Battisti
Un amore israelita, l’attrice di ieri, il quadro immacolato, il grande salto, il sole rosso… tutti abbiamo cantato le canzoni di Battisti senza chiederci cosa significassero certi versi o a cosa alludessero certi simboli. Mogol ha sempre detto di essersi ispirato alla sua vita e che non c’è nulla da scoprire, ma questo libro non segue la vulgata e si addentra nei testi per ricostruirne la genesi. Parole chiave, simboli, metafore ricorrenti suggeriscono che c’è stata una fonte di ispirazione ben precisa: il lavoro portato avanti con Battisti è ricalcato sulla Grande Opera, l’Opus Magnum degli alchimisti. È un percorso iniziatico che comincia con una metamorfosi interiore (Emozioni), conduce alla scoperta dell’anima (I giardini di marzo), del Dio nascosto di Niccolò Cusano (Anche per te), dell’uomo nobile di Meister Eckhart (Sì, viaggiare), dell’eros neoplatonico di Marsilio Ficino (Amarsi un po’). È un’educazione spirituale che ripudia i falsi dèi (il Dio israelita in Pensieri e parole) e gli antichi lasciti pagani (il mito di Demetra ne I giardini di marzo) ed esalta le nozze alchemiche del sole e della luna (La canzone del sole). Solo così è possibile compiere il grande salto verso l’ignoto (Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi…) e liberarsi dal mondo-prigione affidandosi alla Vergine (Il mio canto libero). Il percorso prevedeva una morte simbolica (Una giornata uggiosa) a cui doveva seguire una rinascita spirituale, ma a cantarla sarà Cocciante (Cervo a primavera), perché Lucio volta le spalle alla Grande Opera e fa un passo fuori dal sacro recinto, come scrive allusivamente lui stesso. Per Mogol è come se il cantante avesse tradito la sua anima, non glielo perdonerà mai. Analizzando le canzoni secondo questo prisma emerge la dimensione spirituale in cui erano immersi i due artisti, il profondo legame che li ha uniti e il progetto che ha guidato sottotraccia la loro discografia.
Francesco Patrizi Laureato in Storia e critica del cinema all’università La Sapienza di Roma, lavora presso la biblioteca comunale di Terni. È autore di Lo spleen di Lucio. Guida all’ascolto delle canzoni di Lucio Battisti e Pasquale Panella (Arcana, 2022).
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Anima tradita. La Grande Opera incompiuta di Mogol-Battisti
Francesco Patrizi
Anima tradita. La Grande Opera incompiuta di Mogol-Battisti
Un amore israelita, l’attrice di ieri, il quadro immacolato, il grande salto, il sole rosso… tutti abbiamo cantato le canzoni di Battisti senza chiederci cosa significassero certi versi o a cosa alludessero certi simboli. Mogol ha sempre detto di essersi ispirato alla sua vita e che non c’è nulla da scoprire, ma questo libro non segue la vulgata e si addentra nei testi per ricostruirne la genesi. Parole chiave, simboli, metafore ricorrenti suggeriscono che c’è stata una fonte di ispirazione ben precisa: il lavoro portato avanti con Battisti è ricalcato sulla Grande Opera, l’Opus Magnum degli alchimisti. È un percorso iniziatico che comincia con una metamorfosi interiore (Emozioni), conduce alla scoperta dell’anima (I giardini di marzo), del Dio nascosto di Niccolò Cusano (Anche per te), dell’uomo nobile di Meister Eckhart (Sì, viaggiare), dell’eros neoplatonico di Marsilio Ficino (Amarsi un po’). È un’educazione spirituale che ripudia i falsi dèi (il Dio israelita in Pensieri e parole) e gli antichi lasciti pagani (il mito di Demetra ne I giardini di marzo) ed esalta le nozze alchemiche del sole e della luna (La canzone del sole). Solo così è possibile compiere il grande salto verso l’ignoto (Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi…) e liberarsi dal mondo-prigione affidandosi alla Vergine (Il mio canto libero). Il percorso prevedeva una morte simbolica (Una giornata uggiosa) a cui doveva seguire una rinascita spirituale, ma a cantarla sarà Cocciante (Cervo a primavera), perché Lucio volta le spalle alla Grande Opera e fa un passo fuori dal sacro recinto, come scrive allusivamente lui stesso. Per Mogol è come se il cantante avesse tradito la sua anima, non glielo perdonerà mai. Analizzando le canzoni secondo questo prisma emerge la dimensione spirituale in cui erano immersi i due artisti, il profondo legame che li ha uniti e il progetto che ha guidato sottotraccia la loro discografia.
Francesco Patrizi
Laureato in Storia e critica del cinema all’università La Sapienza di Roma, lavora presso la biblioteca comunale di Terni. È autore di Lo spleen di Lucio. Guida all’ascolto delle canzoni di Lucio Battisti e Pasquale Panella (Arcana, 2022).
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